Una prima riflessione, a cui ne seguiranno altre più tecniche, sulla opportunità di una Regione di Roma


Fin dal giorno dopo la caduta definitiva di Marino molti schieramenti politici hanno cominciato a denunciare l’inadeguatezza dello stato in cui versa la città. Un realtà incontestabile, ma c’è un fatto che in queste settimane proprio non ho sopportato: i paragoni. Roma è stata confrontata prima con Milano, poi Firenze, poi con alcune capitali europee. E non solo rispetto all’ordine ed alla pulizia in generale, ma anche rispetto alla moralità. Una descrizione, superficiale ed eccessiva, che rende la mia città simile a quella descritta in “Sin City” di Quentin Tarantino, come se già non bastasse quanto dipinto nella “Grande Bellezza” di Sorrentino. Ma perlomeno questi futili paragoni mi offrono l’occasione di scrivere di una questione importante: la struttura amministrativa di Roma e la sua evoluzione.

La mia è la riflessione di chi vuole capire se la città sia governabile o meno. Non per capire, per dirla terra-terra, se la città sia pulita o sicura attualmente, ma per capire se potrà esserlo in futuro. Non si può, infatti, criticare lo stato attuale di Roma senza, nella medesima analisi, riflettere sulla sua struttura amministrativa, a meno che non si voglia fare del mero populismo. Più utile, se proprio un paragone si deve fare, sarebbe una comparazione tra i modelli amministrativi delle varie città (cosa che farò più avanti in questo testo comparando Roma-Milano-Parigi-Londra) e vedere se questi modelli funzionano in rapporto alle dimensioni e alle necessità dei rispettivi agglomerati urbani. Partendo dal presupposto, però, che il modello Roma deve essere superato perché è da giudicare inefficace. E sul punto è necessaria una presa di coscienza collettiva della cittadinanza affinché non sia solo un argomento di dibattito tra i tecnici del settore. So bene che può sembrare noioso ad alcuni, ma è importante.

Quindi mi sforzo di spiegare preliminarmente con un esempio facile: in una competizione automobilistica tra una fiat ‘500 ed un tir, in cui però entrambi montano il motore della ‘500, quanto sarebbe facile determinare il vincitore? Il risultato della gara sarebbe così scontato che fare dei paragoni sulle prestazioni di velocità sarebbe sciocco: il tir spinto da un motore inadatto alla sua mole non avrebbe speranze di vittoria. Ecco, Roma in questo momento è il tir, la fiat ‘500 può essere una Milano o una Firenze ed i motori, uguali per entrambi, sono gli strumenti amministrativi.

Bisogna riflettere su questo aspetto. Abbiamo i Municipi che non hanno nemmeno una soggettività giuridica ma che dovrebbero governare anche fino a 240mila abitanti, una Città Metropolitana nuova di zecca che non solo si sovrappone a Roma Capitale, che sta divorando i Comuni limitrofi, ma che crea problemi notevoli rispetto ai lavoratori ed alle competenze acquisite nel tempo dalla ex Provincia ora sostituita. Poi c’è la Regione Lazio – dagli immensi poteri grazie al Titolo V della Costituzione – a cui se venisse ipoteticamente sottratta la nuova Città Metropolitana, ne rimarrebbe ben poco. Insomma Roma – senza voler con questo assolvere nessun ex amministratore – è un cavallo con troppe redini, senza che nessuna ne comandi abbastanza la direzione. E questo è un problema che si riverbera sulla gestione economica, politica e sociale della città. la Città Metropolitana di Roma è addirittura il quarto livello di governo nello schema attuale, con evidente aggravio burocratico.

Siccome non sarà il primo post che scriverò su questo argomento, ora voglio solo fornire superficialmente qualche dato di base per rendersi conto che la strada, come molti iniziano a dire (Morassut, Tocci), potrebbe essere quella della “Regione di Roma“. Mettiamo quindi a confronto i dati di Roma, Milano, Parigi e Londra. Ponendo l’accento su una questione: tanto più la superficie della città è ampia e tanto più la densità di popolazione della città è bassa, quanto più l’ente territoriale preposto alla erogazione dei servizi (che hanno un costo..) farà fatica a governare se non sarà fornito di adeguati poteri. Alla conclusione della esposizione dei dati, vediamo anche se esiste una proposta di partenza per migliorare la situazione.

  1. Roma: Il territorio di Roma Capitale è suddiviso in 15 Municipi (ex Circoscrizioni) con autonomia gestionale, finanziaria e contabile, ed organi politici eletti direttamente. Nel 1972 furono istituite le 20 Circoscrizioni, ridotte a 19 nel 1992  – la XIV è diventata il Comune di Fiumicino – e denominate Municipi dal 2001, quando acquisirono maggiori competenze in base al processo di decentramento amministrativo, poi per lungo tempo interrotto. Lo Statuto di Roma Capitale, ora, articola il territorio in 15 Municipi a partire dal 2013, accorpando alcuni dei territori pre-esistenti. A meri fini statistici, i Municipi sono ulteriormente suddivisi in 155 zone urbanistiche omogenee. La Città Metropolitana di Roma Capitale, invece, è un ente territoriale di area vasta nata nel 2015 ed il suo territorio corrisponde a quello della ex Provincia di Roma, che ha sostituito. È una delle 10 città metropolitane introdotte dalla legge del 7 aprile 2014 n. 56. Il Pil cittadino dovrebbe crescere dello 0,5% nel 2015 e dell’1% nel 2016 (Fonte: Fitch Ratings) ed attualmente Roma rappresenta circa il 60% del PIL regionale, l’80% di quello provinciale e produce circa il 5% del PIL nazionale
    Superficie  area Città Metropolitana 5 352 km²
    Abitanti area Città Metropolitana 4 340 324 (31-5-2015)
    Densità area Città Metropolitana 810,97 ab./km²
    Superficie area Roma città 1 287,36 km²
    Abitanti area Roma città 2 863 624 (30-6-2015)
    Densità area Roma città 2 224,42 ab./km²

  2. Milano: La città è suddivisa in nove zone di decentramento e non esiste una suddivisione ufficiale in quartieri. Fino al 1999 la città era suddivisa in 20 zone, ovviamente di dimensioni minori, ma entro il 2016 è prevista una nuova suddivisione dei governi territoriali, che sostituirà le attuali nove zone con tredici municipi sul modello del comune di Roma, supportata però dalla creazione della Città Metropolitana che comprende 134 comuni ed ha più di 3 milioni di abitanti. Il PIL prodotto dalla Città Metropolitana di Milano è pari al 47,2% di quello regionale e il 9,9% di quello italiano.
    Superficie area Città Metropolitana 1 575,65 km²
    Abitanti area Città Metropolitana 3 202 397 (30-05-2015)
    Densità area Città Metropolitana 2 032,43 ab./km²
    Superficie area Milano città 181,67 km²
    Abitanti area Milano città 1 342 806 (30-6-2015)
    Densità area Milano città 7 391,46 ab./km²

  3. Parigi: è divisa in 20 arrondissement municipali (circondari municipali), numerati in ordine progressivo partendo dal centro e muovendosi a spirale verso l’esterno, ciascuno dei quali è un Municipio (mairie), con il suo consiglio e il suo Sindaco vero e proprio (fornito di poteri propri). Gli arrondissement municipali parigini sono considerati, sia dal punto di vista statistico che amministrativo, alla stregua di Cantoni nazionali  ed ogni arrondissement, d’altra parte, elegge anche i propri rappresentanti al Consiglio di Parigi (Conseil de Paris), che è anche il consiglio generale del dipartimento. Le elezioni comunali e di arrondissement sono contestuali: i parigini scelgono i 517 consiglieri di arrondissement, tra i quali 163 divengono contemporaneamente consiglieri comunali. In ogni arrondissement le elezioni avvengono su due turni: la lista che ottiene la maggioranza assoluta, o relativa al secondo turno, ottiene la metà dei seggi in blocco, e una quota proporzionale dei restanti seggi. Le liste sono bloccate, e i sindaci sono eletti dai relativi consigli come pure gli assessori (adjoint). Anche Parigi ha una area metropolitana della Grande Parigi (le Grand Paris, nell’originale francese), che copre 17.174 km² con una popolazione di 12.161.542 abitanti. L’area metropolitana della Grande Parigi è la quarta più ampia d’Europa (dopo Mosca, Istanbul e Londra), con un PIL complessivo superiore a quello dell’Australia ed il secondo più grande centro economico e finanziario d’Europa dopo Londra.
    Superficie 105,40 km²
    Abitanti 2 241 346 (2014)
    Densità 21 265,14 ab./km²

    Arrondissement_di_Parigi

  4. Londra: Per l’intera città l’amministrazione cittadina è coordinata dalla Greater London Authority (GLA), mentre l’amministrazione locale è affidata a 33 entità (boroughs) più piccoli. La GLA consiste di due componenti elettivi: il sindaco di Londra, che ha poteri esecutivi, e la London Assembly che esamina le decisioni del sindaco e può accettare o rifiutare le sue proposte in merito di bilancio ogni anno. La sede della GLA è la City Hall, a Southwark. Le autorità locali sono rappresentate dai consigli dei 32 quartieri di Londra e dalla City of London Corporation. Essi sono responsabili della maggior parte dei servizi locali, quali la pianificazione urbanistica, le scuole, i servizi sociali, la gestione delle strade locali e della raccolta dei rifiuti. Alcune funzioni, quali la gestione dei rifiuti, vengono fornite attraverso accordi comuni. Londra è rappresentata alla Camera dei Comuni da 73 deputati. La città possiede il più elevato PIL fra tutte le città europee, ed il quinto al mondo. Secondo la rivista statunitense Forbes, Londra è la città più influente del mondo e produce da sola un quinto del prodotto interno lordo britannico.
    Superficie 1 572,15 km²
    Abitanti 8 615 246 (2015)
    Densità 5 479,91 ab./km²
Suddivisione amministrativa
  1. City of London
  2. City of Westminster
  3. Kensington and Chelsea
  4. Hammersmith and Fulham
  5. Wandsworth
  6. Lambeth
  7. Southwark
  8. Tower Hamlets
  9. Hackney
  10. Islington
  11. Camden
  12. Brent
  13. Ealing
  14. Hounslow
  15. Richmond
  16. Kingston
  17. Merton
City of London City of Westminster Kensington and Chelsea Hammersmith and Fulham Wandsworth Lambeth Southwark Tower Hamlets Hackney Islington Camden Brent Ealing Hounslow Richmond upon Thames Kingston Merton Sutton Croydon Bromley Lewisham Greenwich Bexley Havering Barking and Dagenham Redbridge Newham Waltham Forest Haringey Enfield Barnet Harrow Hillingdon

London-boroughs.svg

Informazioni sull'immagine
  1. Sutton
  2. Croydon
  3. Bromley
  4. Lewisham
  5. Greenwich
  6. Bexley
  7. Havering
  8. Barking and Dagenham
  9. Redbridge
  10. Newham
  11. Waltham Forest
  12. Haringey
  13. Enfield
  14. Barnet
  15. Harrow
  16. Hillingdon

Ad una analisi di questi superficiali dati un fatto è già dimostrato: le altre città europee ed italiane hanno gli strumenti amministrativi per governare il proprio territorio e i propri cittadini. Roma no. Per intenderci: Milano Città Metropolitana a parità di strumenti amministrativi è 3 volte più piccola ma molto più ricca; Milano Comune sempre a parità di strumenti amministrativi è addirittura 7 volte più piccola, ha la metà di abitanti e molto più ricca. Una prima proposta da usare come punto di partenza da cui iniziare una riflessione potrebbe essere: l’eliminazione del Comune di Roma; gli attuali Municipi trasformarli in Comuni in grado di rispondere direttamente ai cittadini senza perdersi in rimpalli di competenze; l’area più vasta dovrebbe essere governata esclusivamente dalla Città Metropolitana con i poteri di una Regione; infine ridisegnare i confini della Regione Lazio. Un punto di partenza non male per una seria e diffusa riflessione.

La buona politica è connessione sentimentale tra governanti e popolo.
Antonio Gramsci

3 pensieri su “Verso la “Regione Roma”

  1. Complimenti a Stefano Riccardi per lo scritto del 3/1172015 sulla Regione di Roma ed il confronto con altre metropoli italiane ed europee,che ho ricevuto da Fabio Mollicone nell’ambito delle nostre iniziative dell’Associazione Teorema. In attesa di rivederci e di proseguire nell’approfondimento di questo tema. Giuseppe Fornaro

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